lunedì 7 luglio 2008

Alcune notizie

Riportiamo qui un estratto dal sito dell'Orto Botanico di Pavia - http://www.horti.unimo.it/cd/Pavia/Paviahome.html


E' probabile che fin dal 1520 esistesse un Orto con collezioni di piante officinali presso l'abitazione in Pavia di Leonardo Leggi, Lettore di "Medicina Pratica Ordinaria", ma l'ubicazione di questo primo Orto rimane incerta, come pure è probabile che esso abbia cambiato sede più volte durante il Lettorato dei Semplici nel quale si successero una trentina di Lettori, fino al 1763, quando diventa Lettore Fulgenzio Vitman, cui si deve l'opera di sensibilizzazione e persuasione delle autorità competenti al fine di creare una struttura adeguata per l'insegnamento della Botanica.

E grazie all'operosità di Vitman finalmente nel 1773 prende corpo l'attuale Orto Botanico di via S. Epifanio, istituito con decreto del Plenipotenziario di Casa d'Austria a Milano, Conte Carlo Firmian.
In pochi anni l'Orto viene sistemato e gli edifici dell'ex convento lateranense di S. Epifanio destinati all'Istituto di Botanica.
Nel 1776, essendo Direttore Valentino Brusati, vengono edificate anche le serre su progetto dell'Arch. Piermarini, dapprima in legno, poi in muratura. Ma il merito di una sistemazione completa va soprattutto ad Antonio Scopoli, che diresse l'Orto botanico dal 1777 al 1778 e che dell'Istituto ed Orto Botanico dell'Università di Pavia fu lo studioso più noto.
L'Orto Botanico subì nel corso degli anni numerose trasformazioni fino ad ampliarsi nel 1887, occupando gli attuali 3 ettari circa (comprese le superfici coperte dagli edifici e dalle serre).
Nel secondo dopoguerra venne radicalmente trasformata la facciata dell'Istituto, che fu liberata di una lunga serra che vi erano addossata e venne arricchita con l'ampio scalone frontale abbracciante la fontana circolare, così da restituire unità architettonica alla facciata stessa.
[...]

mercoledì 2 luglio 2008

Un fiore un segno...Anche per lo zodiaco!


ARIETE dal 20 Marzo al 1 9 Aprile
Elemento: Fuoco
Il fiore: Gerbera

TORO dal 19 Aprile al 20 Maggio
Elemento: Terra
Il fiore: Rosa

GEMELLI dal 20 Maggio al 21 Giugno
Elemento: Aria
Il fiore: Lilium

CANCRO dal 21 Giugno al 22 Luglio
Elemento: Acqua
Il fiore: Anturium

LEONE dal 22 Luglio al 22 Agosto
Elemento: Fuoco
Il fiore: Girasole

VERGINE dal 22 Agosto al 22 Settembre
Elemento: Terra
Il fiore: Orchidea

BILANCIA dal 22 Settembre al 23 Ottobre
Elemento: Aria
Il fiore: Giglio

SCORPIONE dal 23 Ottobre al 22 Novembre
Elemento: Acqua
Il fiore: Margherita

SAGITTARIO dal 22 Novembre al 21 Dicembre
Elemento: Fuoco
Il fiore: I fiori di pesco
CAPRICORNO dal 22 dicembre al 20 gennaio
Elemento: Terra
Il fiore: Rose colorate

ACQUARIO dal 21 Gennaio al 20 Febbraio
Elemento: Aria
Il fiore: Rosa rossa

PESCI dal 21 Febbraio al 20 Marzo
Elemento: Acqua
Il fiore: Lisiantus

Ilaria vince il premio per il fiore più assurdo...per chi come me è sempre sopravvissuto senza conoscerlo, ecco la foto...

Lisiantus

Incantesimi Floreali

Incantesimo del quadrifoglio
Se una ragazza fa scivolare nella sua scarpa sinistra un quadrifoglio e poi si lega attorno alla fronte una ghirlanda di mirto e trifoglio, vedrà le Fate non appena sorge la luna.

Incantesimo della foglia di quercia
Se una ragazza profondamente innamorata si reca con il suo corteggiatore in un luogo solitario nei prati, nei boschi o nella brughiera, e colloca una foglia di quercia nella sua scarpa e in quella del suo innamorato, e se entrambi attendono contemplando il loro amore e confessandolo l'uno all'altra mentre scende la sera e le stelle appaiono, potranno con pazienza vedere il popolo fatato venire a far capriole e a giocare nei luoghi selvaggi.

Oroscopo Celtico: un modo per scoprire che albero sei...

Per i gli antichi Celti l’albero rappresenta il ciclo della vita e la possibilità di mettere in relazione le tre parti del cosmo: il sottosuolo (le radici), la terra (il tronco) e il cielo (la chioma). I Druidi, sacerdoti di questo popolo, furono grandi osservatori degli eventi celesti e suddivisero il percorso del sole in settori ad ognuno dei quali attribuirono un albero che, per le sue caratteristiche, più si adattava a quel momento dell’anno.
Questi sono i nostri profili:

Elisa = Pioppo dal 4 all'8 Febbraio - dall'1 al 14 Maggiodal 5 al 13 Agosto - dal 3 all'11 Novembre

Questi alberi sono consacrati al regno degli eroi morti in battaglia ed i nati nel segno del Pioppo sembrano ereditare la consapevolezza della vanità dell'esistenza, ed una predisposizione al pessimismo. Sono individui contemplativi che spesso amano indugiare lo sguardo sulle bellezze della natura, anche se a volte il loro eccessivo senso critico non permette loro di godere appieno dei piaceri della vita.La tendenza a rinchiudersi in se stessi va combattuta frequentando i solidi Meli e le Querce, ricche di energia.I Pioppi sono in genere degni di fiducia e sanno esprimere la loro gentilezza e un reale senso di responsabilità. Il Pioppo dovrebbe evitare il lacrimoso Salice ed alimentare la propria sete di sapere presso i sapienti Tigli.

Ilaria = Pino
dal 19 al 29 Febbraio - dal 24 Agosto al 2 Settembre

Dall'adolescenza in poi il nato sotto il segno del Pino amerà la perfezione, un certo ordine, e anteporrà spesso il dovere al piacere. Queste caratteristiche, assieme alla consapevolezza della sua forza fisica, fanno spesso sì che il Pino nutra profondo disprezzo per i compromessi, e che non sia molto interessato alle pene degli altri. Si tratta di un segno intelligente, ma oltremodo implacabile, e conduce i suoi affari, denaro, amore, carriera, senza un minimo segno di cedimento. In questa barriera impenetrabile si crea un varco solo per lasciar penetrare l'amore: il fuoco della passione travolge il Pino e lo lascia senza difese in preda ad un sentimento più forte di qualunque altra cosa. L'antipatica tendenza al perfezionismo dei nati sotto questo segno potrà correggersi grazie agli impulsi sentimentali accumulati durante gli anni. Un po' della follia dei Bagolaro potrà non guastare.
Veronica = Abete
dal 2 all'11 gennaio - dal 5 al 14 luglio
L'Abete è stato considerato con rispetto fin dalla notte dei tempi ed è uno degli alberi più antichi. Eterno scopo della vita dei nati sotto questo segno è la ricerca, votata verso la verità e verso gli ideali. L'Abete è vitale e battagliero e non rinuncia mai alla lotta in qualunque campo con chi lo vuole superare. Si lascia però poi andare in un'ondata di tristezza al momento dell'inevitabile vittoria. L'Abete è un amante fedele e totale, a volte addirittura soffocante in alcune manifestazioni.È onesto ma suscettibile. La positività del Castagno e della Betulla sono in grado di conferire ulteriore sano vigore ai nati sotto questo segno, e di fornire le spinte necessarie per migliorare e progredire. L'Abete nell'età più matura è una persona deliziosa, per niente acida o lamentosa, anche se l'ambizione spesso soffoca la sua esuberante e simpatica energia.L'Abete è sia intimorito che attratto dalla metafisica e, se cede al richiamo di questa materia, diventa un esperto conoscitore del mondo astratto e fantastico.

FIORI E LEGGENDE...

La leggenda dei girasoli:
"Bella e il suo Signore"

In un villaggio viveva una giovinetta che si chiamava Bella, e faceva onore al suo nome, poiché possedeva la bellezza di una mattina d'estate, ma anche la natura mutevole e pericolosa del fuoco; i suoi occhi luminosi non erano mai rivolti umilmente verso la terra: perché Bella era della razza dei servi, ma aveva nel cuore la fierezza dei padroni.Quando giunse anche per lei il tempo dell'amore, venne dai parenti promessa in isposa al contadino di un villaggio vicino. Anche per il giovane era tempo di nozze, e così acconsentì di buon grado, rassegnato anche ad accettare, se non si fosse riusciti ad eluderla, la barbara usanza dei padroni. Contrastarla apertamente, del resto, era impossibile: significava condannarsi a morte.Alla festa del fidanzamento, quando i due si incontrarono per la prima volta, gli occhi di lui caddero finalmente sulla giovane promessa sposa ed in petto prese ad ardergli una fiamma finora sconosciuta. Bella vide quella fiamma negli occhi dell'uomo che gli era stato promesso e scambiò quell'ardore per lo stesso orgoglio che animava lei, pronta alla morte, ma non al disonore.Giunse infine il giorno delle nozze, che si sperava restassero segrete. Ma troppo bella era la sposa, troppa invidia avevano suscitato lei con la sua bellezza e lui per essere stato il prescelto. E notizia di ciò giunse anche al loro Signore, ed il Signore arrivò non invitato alle nozze, curioso di vedere se era il caso di esigere ciò che la legge gli riconosceva come diritto.Pronta a tutto, Bella levò gli occhi fieri verso quell'uomo che pretendeva di possederla e qualcosa, negli occhi chiari di lui, spalancati a leggerle sul viso quella sua bellezza di fuoco, per un attimo le fece sognare un mondo diverso, credere che esistessero anche per lei diverse possibilità...... Affascinato, il Signore si immobilizzò, tentato di rispettare quell'intatta bellezza. Per un attimo, persino il tempo parve arrestarsi, e le foglie degli alberi cessarono di stormire, e si quietò il cinguettio degli uccelli e tacquero gli abitanti del villaggio, stupiti, in attesa.Ancora esitante, il Padrone volse intorno lo sguardo, e vide accanto a Bella, lo sposo che le era destinato, il contadino col capo chino, pronto alla rinuncia e al disonore. "Per essere di costui, puoi anche esserlo dopo che ti avrò preso" sogghignò, dimentico di quel suo breve istinto di nobiltà e trascinò con sé Bella in un vicino campo di girasoli per farla sua. La fanciulla però riuscì ad impadronirsi del pugnale che l'uomo portava sempre con sé, e rapida come una lingua di fiamma lo diresse verso colui che voleva disonorarla. Ucciderlo, e poi uccidersi, e andarsene per sempre, ma intatta. Questo Bella aveva nel cuore. Eppure....quegli occhi chiari che per un interminabile momento l'avevano guardata come una donna, quella ardente, spavalda giovinezza di lui cui tanto prometteva la vita....lei invece, lei era comunque condannata: ad essere di quell'uomo, e poi di quell'altro, che ancora immobile, a capo chino, aspettava.Così Bella, in un istante, decise, e deviò il corso della lama, e rapida se la conficcò nel cuore.Bella cadde tra i grandi fiori, che si piegarono su di lei, nascondendola. Il Signore, sconvolto, spronò il suo cavallo, lontano da quel luogo di morte.Si racconta che, ossessionato dai fieri occhi di lei, e dalla generosità che gli aveva risparmiato la vita, cominciasse a vagare per le sue terre, ovunque ordinando che venissero abbattuti i girasoli, sicché neppure un campo restasse a ricordargli l'episodio di cui ormai si vergognava. Si dice che egli vagasse per tutta la vita che gli rimase da vivere, spingendosi sempre più lontano, sempre distruggendo i grandi fiori che incontrava al suo passaggio. Fu così che i grandi fiori del sole scomparvero dalle terre d'Europa, per ritornarvi poi provenendo dagli Stati Uniti d'America.In luglio, la strada statale che da Parma conduce a Mantova, è un'unica, solare, bellissima distesa di questi fiori inondati di luce, a motivo di quella storia lontana condannati a piegare il capo nella direzione del sole, a ricordo della viltà degli abitanti del villaggio.Sempre, però, tra la gran massa, per lo meno una coppia di girasoli si erge diritta nei campi, ed entrambi levano il capo superbo verso il cielo, a ricordo della triste storia di Bella e del Signore che non ebbe il coraggio di amarla.

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Altri petali di carta...
Per una piccola biblioteca del verde...

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Cosa vuoi dire essere dalla parte delle piante ma contro il giardino? Sulla scia di un senso di saturazione di fronte a spazi verdi sopraffatti dal design e dal mercato, dove le piante vengono trattate come oggetti, violate nei loro tempi e modi di crescita, piegate alle mode col loro ordine effimero, una scrittrice e un paesaggista iniziano uno scambio epistolare. Di lettera in lettera emerge una poetica che, attraverso la cura del paesaggio e del patrimonio botanico, osa un'intensa dichiarazione d'amore per il giardino inteso come il luogo privilegiaro dove si rinnova il nostro dialogo interiore con la natura, ricordandoci quanto noi stessi ne facciamo parte.
UN BRANO ...
"Fare un giardino, in fondo, è un modo di invocare la natura, enunciare una sorta di preghiera in cui si sussurra la speranza di non averla ancora perduta. Per questo, non importa quali siano il disegno o le piante scelte, un giardino ci potrà persuadere solo quando trasmetterà sommessa la sensazione che vi vibri una qualche invisibile corda che riconnetta a un non so che di sorgivo e forse selvatico. Chiamiamolo il nostro antico cercare, tra le piante, la vita."

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PARLIAMO DI FIORI, MA PARLIAMO ANCHE UN PO' DI NOI...COS'E' LA NOSTRA GENERAZIONE? PARLIAMONE...

[…] “Questo è per noi. Per noi che siamo un branco di conservatori. Che un paio di calze a righe o le scarpe da skate ci fanno anticonformisti e addirittura creativi. Per noi ragazzi che tra le birre e le sigarette scegliamo sempre la marca, ma non le sapremmo distinguere l’una dall’altra, e per noi ragazze che d’estate mettiamo la gonna ma d’inverno mai, e anche con il freddo beviamo mojiti e capiroske. Per noi che a guardarci in faccia siamo belle, brillanti e abbiamo visto e fatto tutto e poi non sappiamo neanche fare un pompino. Per noi che “seguo dei progetti” è un modo per dire che non facciamo niente mai. Per noi che un giorno decidiamo così dal nulla che d’ora in poi ci vestiremo con giacchette strette e magliette vintage, e per noi che senza felpa nera e il cane al fianco dovremmo toglierci pure i piercing. Per noi che casa nostra è “casa dei miei”, che paghiamo sei euro una birra e sette un grammo di fumo senza batter ciglio e poi diciamo “ladro!” al cantante che ne vuole sedici per il suo concerto. Per noi che quando abbiamo la fidanzata non ci vedi più. Per noi che scegliamo un uomo in base al suo ruolo, sì, anche il suo ruolo rispetto a una discoteca di provincia il venerdì sera,e per noi che le belle ragazze le portiamo ovunque e quelle brutte le incontriamo solo a casa. Per noi che alla fine ci si affeziona a quelle brutte, e per noi che non riusciamo mai a staccarci del tutto dal nostro primo ragazzo. Per noi che quando sentiamo i trent’anni smettiamo di prendere la pillola, ci mettiamo la camicetta e diciamo che abbiamo smesso di fumare anche se il nostro odore dice che non è vero. Per noi che cianciamo di sostanze con aria competente e poi mangiamo pasticche che lo sa Dio cosa c’è dentro, e per noi che ci facciamo una canna alle undici di mattina e buttiamo nel cesso la giornata. Per noi che quando ci lascia il fidanzato andiamo a yoga, a teatro, a tango, e per noi che quando ci lascia la fidanzata andiamo a puttane, o ricominciamo con la coca, o tutti e due. Per noi che siamo contro l’alcol ma poi siamo sbronzi una sera sì e l’altra pure; per noi che “il dramma del popolo saharawi” e “che schifo di facce al Toy stasera”. Per noi che poi a ballare al Toy ci siamo sempre, e nel Sahara mai. Per noi che ci finiamo di lampade e a inizio aprile siamo indecisi se dire che siamo stati al mare o in montagna, e per noi che le sigarette ci hanno fatto le dita gialle. Per noi che siamo grassi, bianchicci, e ci puzza il fiato, e ci chiediamo perché non scopiamo mai, per noi che siamo belli, lustri e in tiro e ci chiediamo perché non scopiamo mai con chi vorremmo noi. Per noi che la cosa più importante è l’amore, e poi l’amicizia, e la politica non ci interessa ma siamo di sinistra, per noi che la politica ci fa schifo ed è tutto un magna magna, ma votiamo zitti zitti a destra. Per noi che abbiamo sempre paura di farci male,e per noi che iniziamo a dare il culo per ridar linfa a un rapporto. Per noi che ci accontentiamo, e lasciamo che qualcuno ci rovini la vita per sempre, e per noi che non ci accontentiamo e ci finiamo di seghe. Per noi che abbiamo paura dei cani, dei ragni, dei piccioni, della folla; per noi che abbiamo le vertigini – e lo diciamo – e per noi che abbiamo le crisi di panico – e non lo diciamo. Per noi che siamo dieci milioni di scienziati della comunicazione e non sappiamo usare un cacciavite, e per noi che quando compriamo un cappellino ne sfilacciamo subito la tesa. Per noi che abbiamo il MySpace, anzi, no: il Facebook, che è meglio. Per le nostre camerette che grondano retorica pacifista, e per quelle che grondano retorica cinefila, sportiva, culturale. Per noi che non facciamo vedere foto di noi stesse quando eravamo grasse, e per noi che dopo il tatuaggio mettiamo sempre magliette smanicate (per noi che il nostro tatuaggio è un piccolo, patetico trasferello). Per le nostre macchine, che se non sono tirate a lucido allora sono luride, tutte cassette e flyer in mezzo, e per i nostri sorrisi, che sanno essere lucidi, ma veri quasi mai. Per noi che se ha le canne è un ganzo se beve è un ganzo se ha le paste è un ganzo se ha la coca è un ganzo, ma se ha la roba, ah, be’, quello è un tossico. Per noi che pensiamo di poter fare gli artisti senza esserci mai fatti i viaggi, e per noi che siccome ci siamo fatti i viaggi c’illudiamo di essere artisti.” […]
“Gli interessi in comune” Vanni Santoni, Feltrinelli 2008

Cucinare con i fiori

Vi sembra una cosa strana cucinare delle pietanza con i fiori?Se riflettete bene scoprirete che mangiamo fiori molto più spesso di quello che pensiamo.I cavolfiori, i carciofi, ecc., sono tutti fiori ..... e allora perchè non assaggiare anche altri tipi di fiori? Queste sono solo alcune delle innumerevoli ricette che hanno come base i fiori. A voi la scelta e non fermatevi qui, sperimentate nuove ricette e usate i petali per guarnire. Aggiungete qualche petalo di rosa su un piatto importante e vedrete che bella figura, tutti vi faranno i complimenti! Buon appetito !!!

Camomilla Liquore alla camomilla: Mettere in un bottiglione di vetro con chiusura ermetica 2 manciate di fiori di camomilla, 1 di malva e versare 1 litro di alcool a 95°, chiudere bene e lasciare riposare per 40 giorni mescolando bene ogni giorno. Quando sono passati 40 giorni preparare uno sciroppo con 800 ge. di acqua e 500 gr. di zucchero, scaldarlo e versarlo nel bottiglione. Dopo 10 giorni filtrare e imbottigliare. E' un ottimo liquore che predispone ad un riposo serale davvero profondo.







Lavanda Sugo di fiori di lavanda: Pulire i carciofi, eliminare le fogli esterne, tagliare le punte dure con un coltello, tagliare su ogni lato le parti di foglie più dure, tagliarli a fette sottili e metterli in una ciotola con acqua e succo di un limone. Scolare i carciofi e metterli in una padella con un pochino di olio e di brodo vegetale, far cuocere per 10 minuti. Nel frattempo mettere la pasta a cuocere, scolarla al dente e farla saltare qualche minuto con i carciofi, spolverare con abbondante parmigiano reggiano grattuggiato. Versare la pasta condita in un piatto di portata e guarnire con una manciata di fiori di lavanda.

Primule Marmellata di primule: Raccogliere circa 350 gr. di petali di primule, pulirli bene e metterli nel frullatore con 2 cucchiai di zucchero. Preparare uno sciroppo con 800 gr. di zucchero e un bicchiere di acqua, farlo bollire, togliere dal fuoco e unire alle primule macinate, aggiungere qualche petalo intero di primula, mescolare e cuocere per circa 30 minuti mescolando bene. Versare la marmellata ancora bolente in vasi con chiusura ermetica e chiudere.






Risotto con le rose: Affettare finemente 100 gr. di funghi coltivati, affettare finemente una cipolla. Prendere una padella e mettere un pochino di olio e di burro, aggiungere la cipolla e i funghi affettati, fare soffriggere, aggiungere 250 gr. di riso, bagnare con un bicchiere di vino bianco secco, lasciare evaporare e cuocere aggiungendo ogni tanto del brodo. Quando sono passati 10 minuti aggiungere due manciate abbondanti di petali di rosa canina ben puliti, mescolare e terminare la cottura. Tritare finemente dell'erba cipollina e aggiungerla al risotto, unire due cucchiai di panna e abbondante parmigiano reggiano. Versare su un piatto di portata e guarnire con petali di rosa.

Zuppa di margherite (o altri fiori): Tritate con la mezzaluna le 100 g di margheritine, lasciandone da parte una decina intere. Fatele bollire per una decina di minuti in 1/2 l di brodo ( di dado). Tritate un porro, stufatelo in poco olio, unitelo alle margheritine e ad una grossa patata lessa ridotta in purea. Se dovesse essere troppo liquido, stemperate un cucchiaio di farina con poco brodo, aggiungetelo alla preparazione. Cuocete per una decina di minuti mescolando, servite accompagnando con dadini tostati di pane casereccio.Seguendo le identiche indicazioni, invece delle margheritine potete usare fiordaliso, calendula, malva, borragine, ortica bianca.


Frittelle salate con i petali: Ingredienti:150 g di farina, 3 cucchiai di olio d'oliva, 3 dl di acqua ghiacciata, 2 albumi montati a neve fermissima, sale, olio di girasole per friggere.Preparazione:preparate la pastella con 150 g di farina, 3 cucchiai di olio d'oliva, sale e 3 dl di acqua ghiacciata. Lasciate riposare due ore, aggiungete 2 albumi montati a neve fermissima, mescolate i petali dei fiori scelti (fiordaliso, calendula, malva, boraggine o ortica bianca) e friggete a cucchiaiate in abbondante olio caldo, facendo attenzione a non farle bruciare.Sono eccellenti da servire con code di scampi alla diavola.



Polpettone alla rosa: Tritate finemente una cipolla e fatela appassire a fuoco basso in un cucchiaio di olio, ammollate 2 fette di pane raffermo nel latte e strizzatelo, unitelo alla cipolla con 200 g di polpa di maiale e una salsiccia spellata, 3 cucchiai di parmigiano e un uovo, i petali di rosa spezzettati, un bicchierino di grappa alla rosa, regolate di sale e pepe. Amalgamate perfettamente, distribuite la farcia su 800 g di fesa di vitello tagliato in una fetta sola che avrete salato e pepato, lasciando un bordo attorno. Arrotolatela su se stessa, avvolgetela in un rettangolo di carta da forno bagnata e strizzata, avvolgete di nuovo in un rettangolo di alluminio, chiudete bene e ponete in forno preriscaldato a 200° per un’ora. Tagliate la carta, fate dorare il polpettone da tutti i lati sotto il grill, lasciatelo in forno ad intiepidire prima di tagliarlo a fettine sottili. È ottimo anche freddo. Potete servirlo con una maionese alla quale avrete aggiunto i petali tritati di 5 rose.


Pastine alla violetta: In una ciotola mescolate 225 g di farina con 1 cucchiaino di lievito per dolci, 2 cucchiai di zucchero, e una presa di sale. In un’altra ciotola sbattete 1 uovo con 225 g di latte e 5 cl di olio, la scorza e il succo di limone, unite la farina e mescolate velocemente l’impasto, versatene una parte nei pirottini fino ad 1/3 dell’altezza, mettete al centro un cucchiaino di confettura di violette, coprite con il resto dell’impasto fino a 2/3 dell’altezza, ponete in forno preriscaldato a 180° per mezz’ora. Intanto sciogliete lo zucchero al velo con qualche cucchiaino di latte aggiunto goccia a goccia, fino ad ottenere un impasto non troppo fluido. Versate un cucchiaino di glassa su ogni pastina e lasciatela colare lateralmente, quando si è rassodata velate la sommità con altra confettura di violette e decorate con una violetta candita.VARIANTE: potete usare qualsiasi tipo di confettura.





giovedì 26 giugno 2008

Cactus & Co.

Come avrete notato, all'Orto Botanico non sono presenti solo fiori, ma anche molte piante appartenenti alla famiglia delle Cactaceae ( o cactacee).
Si tratta di piante succulente, dotate cioè di succulenza del fusto e , spesso delle radici. Possono assumere numerose forme geometriche: globose, colonnari, appiattite, singole e in gruppi numerosi.
Sono tutte perenni. Sono estremamente variabili anche per dimensioni del fusto, da pochi centimetri fino ad alcuni metri, e per numero, disposizione, colore e spessore delle spine ( se presenti).
La diffusione naturale di questa famiglia di piante è limitata quasi esclusivamente al nuovo mondo, dove è presente dal Canada alla Patagonia, con particolari concentrazioni nelle steppe, nelle praterie e nei semideserti persino in ambienti caldo- umidi tipici della foresta tropicale e subtropicale.
In Italia le Cactaceae sono rappresentate essenzialmente da alcune specie di Opuntia, la più importante delle quali è Opuntia ficus-indica, diffusa soprattutto in Sicilia, Liguria e lungo i versanti soleggiati e protetti di tutta la costa italiana. Altre specie adattabili sono il Cereus peruvianus e la Carnegiea gigantea.
Eccovi una rassegna dei cactus dell'Orto Botanico:


Le origini del blog

Vi sarete chiesti da dove viene il nome di questo simpatico blog... Bene, vi accontentiamo subito!!
L'idea è nata dal titolo di una canzone che ci ricorda l'allegria della bella stagione: "Life is a flower" degli Ace of Base.

"... life is a flower, so precious in your hand, carry on smiling and the world will smile with you..."

- la vita è un fiore, così prezioso nella tua mano, continua a sorridere e il mondo sorriderà con te-




mercoledì 25 giugno 2008

SUI FIORI...

Tutti noi, almeno nella giovinezza, abbiamo parlato questo linguaggio: quanti possono affermare di non aver mai sfogliato una margherita cantilenando un "m'ama - non m'ama"? E quanti si sono astenuti dal cercare un quadrifoglio come portafortuna?

La simbologia dei fiori ha avuto un ruolo ben più importante nella nostra storia. Solo per fare alcuni esempi si può ricordare il giglio che rappresenta la città di Firenze a partire dal XII secolo, in corrispondenza della prima grande diffusione dell'araldica pubblica europea e contemporaneamente alla fase del consolidarsi, nella sua struttura politica e istituzionale, del libero comune di Firenze.

L'araldica ha usato molto la simbologia dei fiori; il giglio che ha il primo posto, è simbolo di potenza e di sovranità. La rosa: rossa, d'oro o d'argento, è emblema di bellezza, amore incontaminato, sovranità dei costumi, nobiltà e merito riconosciuto. Molti sono i sovrani ed i Papi che si sono fatti ritrarre ornati di fiori, per tutti S. Luigi dei Francesi con il giglio bianco.


QUESTION:
Arriverà presto il momento in cui potremo adornarci col mitico alloro, vero???

In attesa perenne...



MI DISSOCIO!!!


Vuoi tutto...amiche...amicim...i fiori...

Ma life is a Flower??? No no no... troppo mieloso...

Com'è il detto?Nonchè libro best-seller terribile? "Le brave ragazze non fanno carriera" o "Le brave ragazze vanno in paradiso..."


:)

Indico un referendum abrogativo...

Si accettano consigli!!!

O motivazioni valide per mantenere questo monumento al vezzo...


Elisa, la contestatrice dell'attimo

lunedì 23 giugno 2008

Primo post

Eccoci qua!!!
Finalmente è entrato in cantiere il nostro blog... speriamo sia di vostro gradimento!!
Questo lavoro sarà incentrato sulle bellezze dell'Orto Botanico di Pavia, per far assaporare un pò di primavera in ogni momento dell'anno, e per ricordare a tutti che.....
LIFE IS A FLOWER!!!